Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici

Psicosi
Il termine "psicosi" fu introdotto nel 1845 da Von Feuchtersleben con il significato di "malattia mentale" o "follia". La psichiatria attuale definisce le psicosi come un gruppo eterogeneo di disturbi, in cui si riscontra una grave alterazione dell'equilibrio psichico dell'individuo, con compromissione dell'esame di realtà. I sintomi psicotici possono essere ricondotti fondamentalmente a tre categorie: disturbi di forma del pensiero, disturbi di contenuto del pensiero e disturbi della sensopercezione.
  • disturbi di forma del pensiero: alterazioni del flusso ideatico fino alla fuga delle idee e all'incoerenza, alterazioni dei nessi associativi come la tangenzialità, risposte di traverso, passaggi da un argomento all'altro senza alcun nesso logico;
  • disturbi di contenuto del pensiero: ideazione prevalente o delirante;
  • disturbi della sensopercezione: allucinazioni uditive (a carattere imperativo, commentante, denigratorio o teleologico), visive, olfattive, tattili, cenestesiche, gustative.
I principali disturbi psicotici riportati dalle classificazioni internazionali (DSM-5 2014), sono:
  • La schizofrenia: si tratta di un disturbo della durata minima di 6 mesi che implica, almeno nei primi 30 giorni, sintomi propri della fase attiva (ovvero due o più dei seguenti fattori: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico, sintomi negativi).
  • Da un punto di vista clinico, i sintomi negativi (apatia, abulia, anaffettività, non pianificazione degli scopi) sono espressione di un impoverimento che riguarda sia il lato ideoaffettivo sia il comportamento sociale della persona, che può degenerare in una situazione di isolamento e di ritiro. I sintomi positivi sono invece la traduzione clinica di una trasformazione della realtà e sono rappresentati dall'ampia varietà di deliri e allucinazioni.
  • Disturbo schizofreniforme: è caratterizzato da un quadro sintomatologico equivalente a quello della schizofrenia eccetto che per la durata (per es.: il disturbo dura da uno a sei mesi) e per l'assenza del requisito che prevede un deterioramento del funzionamento;
  • Disturbo schizoaffettivo: è un disturbo nel quale un episodio di alterazione dell'umore e i sintomi della fase attiva della schizofrenia ricorrono assieme e sono preceduti o seguiti da almeno due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti sintomi della sfera affettiva;
  • Disturbo delirante: è caratterizzato da almeno un mese di deliri non bizzarri (grandiosità, gelosia, erotomania, persecutorietà, somatizzazioni) in assenza di altri sintomi della fase attiva della schizofrenia;
  • Disturbo psicotico breve: è un disturbo che dura più di un giorno e si risolve entro un mese.
  • Disturbo psicotico indotto da sostanze o farmaci: può essere presente sintomatologia delirante o allucinazioni che si sviluppa durante l’intossicazione o l’astinenza da sostanze psicotrope. Causa notevole disagio fino a giungere alla compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o altre aree importanti
  • Catatonia: si tratta di un marcato disturbo psicomotorio con caratteristiche apparentemente opposte, infatti può oscillare tra una diminuita o esagerata attività motoria (es.: assenza di attività psicomotoria, mutismo, postura fissa, oppure agitazione non influenzata da stimoli esterni). Si può associare a un altro disturbo mentale (es.: disturbo depressivo, bipolare, psicotico).
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