La solitudine

26 agosto 2018 – Carlyle St., Brighton, UK

LA SOLITUDINE

La meraviglia di bastare a se stessi. Solitudine è un termine spesso frainteso ai giorni nostri. Molti guardano a essa come a qualcosa di triste e innaturale, quasi sovrapponibile all’isolamento.

Solitudine
Dal latino solitudo, derivato di sōlus, solo. Teorie recenti rintracciano una radice in comune con sollus (completo, integro), salvus (salvo, sano, non ferito) e solidus (solido).

Bisognerebbe educare alla solitudine fin da piccoli:  educare gli individui a stare con se stessi. Imparare a bastarsi. Un'abilità che sembra appartenere ormai a pochi, per giunta visti come strani.  Solitudine non è affatto incapacità o assenza di contatto con l'altro;al contrario chiama in causa l’attitudine a connettersi a livelli più profondi, sia col mondo interno che con quello esterno. Imparare a stare da soli è una via necessaria  per vivere in armonia con gli altri e per far pace con quelli che da sempre vengono definiti “gli scheletri nell’armadio”. Un processo lento e articolato grazie al quale si impara a decidere in maniera più consapevole come impiegare tempo ed energie.
Da qui la scelta, anche frequente,di stare a lungo da soli.  Tempo ed energie sono preziosi, non vanno sprecati.
Educare alla solitudine vuol dire coltivare e accrescere la consapevolezza nel singolo e, di conseguenza, nella società.  Risultato assai scomodo per questo mondo che ci vuole tutti uguali e dipendenti da un sistema.
 
Allora ordinate una pizza,
andate al cinema,
guardate un cielo stellato in solitaria, 
ascoltate la musica da soli, 
spegnetela e restate in silenzio col vostro respiro.
Leggete un libro, 
cantate ad alta voce, 
ridete da soli.
Viaggiate in solitaria.
Amate in solitudine. 
Poi diffondete
con tutto l’amore possibile
quella preziosa, potente ed essenziale solitudine
che avete scoperto
e coltivato
con tanta cura. 

Cristina Inserra
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